Carissime volontarie, carissimi volontari,
amiche e amici delle Cucine popolari,
che tempi duri e difficili, quanto dolore, quante morti, quanta distruzione, quante mostruosità. Dobbiamo continuare a dire basta, dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce.
E da noi, in Italia, a Bologna, quante persone possono passare in un attimo da una situazione di fragilità a una situazione di povertà come ci ricorda il nostro presidente (leggetelo poche righe più sotto, è di grande interesse).
Sta finendo l’estate, le Cucine popolari non si sono mai fermate, neanche nei giorni di festa e così continuiamo e continueremo grazie alle donazioni in prodotti e in denaro, al lavoro di centinaia di volontarie e volontari che prestano la loro opera gratuita nelle 4 Cucine popolari, nel magazzino centrale, nei magazzini di ogni Cucina…
Ci rivolgiamo sempre a tutte e a tutti voi chiedendo di sostenerci, di partecipare alle nostre iniziative, di essere con le persone più in difficoltà. Sapete come siano più che triplicati i pasti che facciamo ogni giorno da quando c’è stata la pandemia da Covid 19.
Pensate a noi, se potete, potete fare una donazione direttamente dal nostro sito cliccando qui.
Oppure potete fare un bonifico: questi sono gli estremi del conto corrente delle Cucine: c/c EmilBanca, intestato a CIVIBO Odv, Iban: IT68 A 07072 02408 000000 182464. Grazie per tutto ciò che fate e che potrete fare.
Buona lettura.
Cena a Da noi alla festa dell’Unità per Cucine popolari
Una buona cena anche per finanziare le Cucine popolari: è martedì 17 settembre alle ore 20 alla Festa provinciale de l’Unità al Parco Nord con un buon menù preparato da Maurizia con altre volontarie e altri volontari: crostoni ai funghi e crostoni ‘fetunta’, bis di tortelloni burro e salvia e tortelloni ai funghi, cotoletta alla bolognese, patate al forno, crostata. Il tutto per 25 euro, i contributi sono devoluti per metà a Cucine popolari. Per prenotare inviate un messaggio al numero 370 313 4736, Antonio vi richiamerà per i dettagli.
Campo estivo al Katia Bertasi con anche pranzo da Cucina popolare Battiferro
Così come annunciato, la prima settimana di settembre, con inizio il 2, alla Casa di Quartiere Katia Bertasi c’è un campo estivo dedicato a bimbe e bimbi figlie e figli di ospiti della Cucina popolare Battiferro e di famiglie del Quartiere Navile che durante l’anno frequentano il doposcuola organizzato e gestito da volontarie e volontari di Cucine popolari, dell'associazione "Senza il banco" (associazione capofila della Casa di Quartiere Katia Bertasi), organizzato insieme ai Servizi scolastici del Quartiere Navile.
L’nizio del campo estivo è alle ore 8,30 e puntuali ci sono le volontarie Lalla, Pina, Maria e il volontario Francesco per l’accoglienza di bimbe e bimbi e l’aiuto per i compiti delle vacanze. Alle 12,30, da Cucina popolare Battiferro, arriva il pranzo consumato da bimbe bimbi e adulti in tavoli all’aperto.
Alla Dozza con il pranzo per un gruppo di detenuti
Andrea Segrè, insieme alla nostra Raffaella Collina e al nostro Roberto Morgantini sono stati il 30 agosto al carcere della Dozza per portare un pasto caldo (preparato da volontarie e volontari di Cucine popolari guidati da Raffaella) a un gruppo di una trentina di detenuti. Questo qualche stralcio del racconto di Segrè.
“Varcata la soglia, lasciati cellulari e documenti, si entra davvero in un altro mondo. Un mondo a parte, senza più identità. .. Nella sala cinema ci siamo trovati con una trentina di uomini, a tutti abbiamo dato un piatto con il cibo. Chi ha mangiato due primi, chi tre volte il secondo, chi ha portato il dolce in cella… ognuno di loro ci ha detto una parola, anche un semplice grazie… Poi le luci si sono spente e gli esterni sono andati via …. e loro hanno ripreso a mangiare nel carcere come prima: male … Non è accettabile che non si riesca a garantire almeno un pasto adeguato tutti i giorni dell’anno. Dobbiamo fare qualcosa .. di più che attirare l’attenzione delle istituzioni. Grazie alle guardie carcerarie, all’educatrice Valentina, alla direttrice Rosa Alba Casella …” BolognaToday ha pubblicato un resoconto: per leggerlo cliccare qui.
Sempre alla Dozza, il giorno dopo, ancora il nostro Roberto Morgantini con Niccolò Rocco di Torrepadula sono andati per il torneo quadrangolare di calcio, al termine bel buffet offerto da Luca Soldati della Fabbrica 6sensi, caro amico di Cucine popolari.
Si passa da fragilità a povertà in un lampo: una riflessione del nostro presidente
In un intervento apparso su Il Resto del Carlino e su Il Corriere di Bologna, il presidente Giovanni Melli ha compiuto una profonda e interessante riflessione su come la situazione di tante persone e famiglie sia drammatica, di come si possa passare da una situazione di fragilità, già drammatica, a una situazione di povertà in un battibaleno. Melli si rivolge anche alle Istituzioni chiedendo di ripensare le politiche. Chissà se ascolteranno. Su Il Corriere di Bologna della situazione parla anche il presidente dell’Opera Padre Marella Marco Mastacchi. Ecco i due pezzi, pubblicati il 29 agosto.
Asfalto nuovo nel cortile interno del Battiferrro
E’ stato completamente rimesso a nuovo il cortile a fianco della Cucina popolare Battiferro, quello dove entrano volontarie e volontari per preparare e cucinare i pasti, per gestire il magazzino, e da dove entrano anche i mezzi che devono scaricare i prodotti che ci vengono donati e che arrivano o dal magazzino centrale - in grande maggioranza - o direttamente da chi dona. Ora l’asfalto è nuovo e non ci sono avvallamenti.
Cucine popolari in Brasile con Rede Unida
Il nostro presidente Giovanni Melli è stato in Brasile dal 27 luglio al 7 agosto a Santa Maria - nello stato di Rio Grande del sud - con una delegazione dell’Emilia Romagna per partecipare al congresso internazionale di Rede Unida. Della delegazione hanno fatto parte anche amministratori e funzionari della Regione, del Comune di Bologna, del Comune di Parma oltre a rappresentanti dell’Università di Parma, dell’Azienda Usl di Modena, di Volabo, di Anpi, e alla vicepresidente di Rete Unida Augusta Nicoli. Ecco il resoconto del nostro presidente:
Ho avuto l'occasione di far parte della delegazione che si è recata in Brasile invitata a partecipare al 16° congresso internazionale di “REDE UNIDA” - associazione nata una decina di anni fa dalla collaborazione tra Municipalità, Università, società civile non solo del Brasile ma anche di altri Stati del Sud America e Regione Emilia-Romagna, alla quale si è aggiunto il Myanmar democratico - che si propone di sviluppare buone pratiche per la difesa dei diritti delle persone più fragili, per la difesa e sviluppo della sanità e dell'istruzione pubblica, per il diritto all'accesso al cibo e alla cura del pianeta con un approccio legato al “bem viver” della comunità fortemente connesso con la democrazia e la partecipazione popolare. Sottolineo che il “Bem viver” ha al centro la persona e la comunità ed è un concetto completamente opposto al concetto di benessere ritenuto legato alla ricchezza, al mercato e fonte di disuguaglianze.
Il congresso, tenutosi nella città di Santa Maria, è stato coinvolgente e tutti abbiamo attivamente seguito i lavori intervenendo come relatrici e relatori nei vari gruppi di lavoro che approfondivano varie problematiche. In particolare, come rappresentante delle Cucine Popolari e del volontariato, sono intervenuto su due tematiche: 1) economia sociale come alternativa all'economia di mercato e generatrice di valori portando come esempio le esperienze delle Cucine popolari in tema di contrasto alla povertà alimentare e relazionale ed attenzione al contrasto dello spreco alimentare; 2) tema dell'abitare (abitare casa, comunita', stato, ambiente ecc...).
Abbiamo colto spunti interessanti che ci hanno fatto riflettere su un altro punto di vista nel concepire il mondo, la democrazia, la partecipazione, la centralità della persona e della comunità come paradigma su cui sviluppare le politiche pubbliche. Una novità che mi ha colpito è il diritto, riconosciuto e praticato, di accesso al cibo per tutti in un Paese che presenta ancora forti disuguaglianze e contraddizioni ma che, con il ritorno di Lula, ha ben chiaro l'obiettivo da perseguire ed il percorso da fare. Questo diritto al cibo è affrontato da un'agenzia dello Stato che si chiama “CONSEA” che si occupa della produzione alimentare e della distribuzione, attraverso i Comuni, del cibo alle donne delle famiglie fragili che si impegnano di far vaccinare e mandare a scuola i figli. Accanto a ciò è presente una rete di Cucine popolari solidali che si trovano all'interno delle Case di comunità che erogano pasti gratuiti per tutti coloro che in quella parte di territorio ne hanno bisogno. Queste realtà sono rette da forme di partecipazione e volontariato. Inoltre è presente un'altra rete di cucine chiamate “Cucine di Comunità”, autogestite , presenti nei territori più poveri, che si affiancano all'altra rete più formale. Come esempio: nelle zone alluvionate di Porto Allegre, in breve tempo per far fronte all'altissimo numero di sfollati durante l'emergenza, non ancora terminata, ne sono nate oltre 60. L'alluvione in questo territorio ha creato parecchi problemi. Oltre agli innumerevoli danni al sistema economico e produttivo, 400.000 sono state le persone che hanno temporaneamente dovuto lasciare le proprie abitazione collocate per lo più in strutture provvisorie e circa 100.000 non sono ancora rientrate nelle loro abitazioni perchè distrutte totalmente od in parte. Anche alcune Cucine Popolari sono state colpite ed hanno perso tutto. Rede Unida ci aveva subito parlato di questa problematica e come Cucine Popolari di Bologna, Cesena e Cervia ci siamo adoperate per raccoglier fondi per aiutarne la sistemazione. In particolare abbiamo promosso nella piazza Lucio Dalla uno spettacolo brasiliano il 13 luglio scorso che ci ha consentito di raccogliere 3.000 euro che permetteranno a tre Cucine popolari solidali di acquistare le attrezzature necessarie.
La partecipazione al congresso di REDE UNIDA è stata per me l'occasione per conoscere queste realtà di Cucine popolari e rinsaldare rapporti di collaborazione e di confronto per tessere anche qui elementi di una Rede Unida in grado di crescere e svilupparsi (nella foto la cucina di una Cucina popolare).
A ferragosto bel pranzo a Teatri di vita e tutte le Cucine aperte per le e gli ospiti
Molto caldo, come tutte e tutti abbiamo ‘sopportato’, ma anche tanta voglia di stare assieme e di fare per chi è più in difficoltà.
Tutte e quattro le Cucine popolari - Battiferro, San Donato, Saffi, Savena - aperte per le nostre e i nostri ospiti e grande pranzo, preparato sempre da volontarie e volontari di Cucine popolari, a Teatri di Vita nel bel parco dei Pini a Borgo Panigale dove in tante e tanti si è rimasti anche dopo per il pomeriggio sera per il divertente e bello spettacolo, curato da Teatri di vita. Nella foto un momento della giornata alla Cucina popolare Savena.
Spi Cgil di Faenza a Bologna per mostra Berlinguer e pranzo al Battiferro
Pensionate e pensionati dello Spi Cgil di Faenza hanno passato una bella giornata tra politica, solidarietà, turismo, a Bologna il 21 agosto. Sono stati a vedere la mostra su Enrico Berlinguer che ha permesso a loro, come hanno scritto, di fare “non un salto nel passato ma una lezione di politica, di quella partecipata che ha permesso di avere rete le conquiste degli anni 60/80”. Poi tutte e tutti alla Cucina popolare Battiferro dove Roberto Morgantini ha raccontato loro della nostra esperienza e dove hanno mangiato con volontarie e volontari a fine turno per andare poi a visitare la basilica di San Luca.
Progetto Architettura per bambini: il pranzo a Cucina popolare Saffi
E’ stata una bella esperienza: dal 1 al 5 luglio Cucina popolare Saffi ha fornito il pranzo a 20 bambine e bambini che hanno partecipato a un campo estivo “Progetto di architettura per bambini”, che si è svolto vicino alla sede di Cucina popolare in uno stabile in via Malvasia. Felici bimbe, bimbi e accompagnatrici e accompagnatori.
Convivialità al Battiferro
Un docente dell’Università di Palermo, Antonio Cetani, è venuto a trovarci al Battiferro. Ecco il suo racconto, ha qualche imprecisione, al Battiferro, ad esempio, non serviamo 500 ma dai 250 ai 300 pasti al giorno, ma è davvero pieno di belle parole e di affetto. E’ lungo e necessariamente ne proponiamo solo qualche brano:
”Storicamente zona proletaria, anticonformista e alternativa, da ormai diversi anni la Bolognina sta attraversando un sempre più intenso processo di gentrificazione (trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni, ndr),che rischia di trasformare definitivamente l’anima di questo luogo. Iniziative popolari e mutua collaborazione tra gli abitanti sono sempre stati al centro della logica rionale. Ancora oggi, …tra le tante risalta il progetto della Cucina popolare di via del Battiferro 2 … permette alle persone più in difficoltà di ricevere un pasto caldo e di rimanere legati o di riallacciarsi alla rete sociale attraverso momenti di convivialità. … mi appresto a recuperare i contatti di uno dei fondatori del progetto, Roberto Morgantini… Gli parlo del mio lavoro di ricerca e concordiamo il modo migliore per svolgere alcune giornate di osservazione partecipata presso la Cucina: ed ecco l’idea, farò il volontario in sala. Una settimana dopo mi reco a Bologna. Siamo a fine maggio, sono circa le 10 di mattina .. La sensazione iniziale è quella di essere assalito: in una sala non molto grande, dinamici e numerosi volontari e volontarie sono già all’opera… Dopo la pandemia da Covid-19 l’utenza è raddoppiata e ad oggi la Cucina di via del Battiferro 2 garantisce circa 500 pasti al giorno. Dall’inizio della pandemia e fino a qualche mese fa questo posto distribuiva nella sola modalità di asporto, poi si è ricreata una piccola sala mensa … volontarie e dei volontari mi spiegano le varie mansioni da svolgere …Alle 10:30 comincia la fase dell’asporto… La scelta è davvero molto ampia: oltre alle pietanze calde (almeno due primi, due secondi e contorni) è possibile scegliere tra alimenti in grado di coprire tutti i pasti della giornata, … questo semplice momento di dono si trasforma immediatamente in un contro-dono ... C’è una forte relazione fiduciaria… Manca mezz’ora a mezzogiorno, momento dell’inizio del pranzo in sala e, mentre continuo a imbustare cibo e chiacchierare con gli ospiti e le ospiti, mi chiedono di aiutare ad apparecchiare i tavoli… mi rendo conto dell’arrivo di Roberto … Mi racconta della “pazza idea” di come ha deciso di finanziare, insieme alla compagna Elvira, la nascita della Cucina popolare... di Roberto mi colpisce l’energia che è in grado di trasmettere, è davvero contagiosa. … è iniziato il pranzo in sala. Previa esposizione da parte dei volontari e volontarie del menù del giorno, gli ospiti e le ospiti scelgono cosa mangiare.. Il menù, così come l’asporto, prevede anche la possibilità di poter attivare l’opzione vegetariana e vegana. …gli ospiti e le ospiti parlano tra di loro e interagiscono con i volontari e le volontarie. Una vera e propria situazione conviviale. Servire un pasto di qualità e combattere la fame sono gli obiettivi primari delle Cucine popolari, ma rispondere a un bisogno di socialità e dignità, combattere la solitudine e la tristezza, sono finalità altrettanto importanti e da perseguire allo stesso tempo… Fa riflettere come, nel criticare il modello di sviluppo industriale illimitato, il sociologo americano Ivan Illich usi proprio il termine convivialità per proporre un’alternativa valida alla società odierna…. Alle 13:30 la sala si svuota. Sono l’unico volontario esausto.”